Attività Fisica

Se esaminiamo la storia dell’educazio­ne terapeutica degli ultimi 40 anni, possia­mo affermare senza ombra di dubbio che è stata tradizionalmente prestata molta più attenzione all’aspetto dell’alimentazione che all’importanza dell’attività fisica. Più recentemente le cose stanno migliorando, grazie anche all’aumentare delle cono­scenze scientifiche sul ruolo della fisiologia del tessuto muscolare nella genesi di molte malattie tra cui il diabete. In ambe­due i tipi di diabete, svolgere attività fisi­ca aerobica con regolarità ha vantaggi indiscutibili sul controllo glicemico in­dipendentemente dall’azione dell’in­sulina. Concorre inoltre a combattere l’ipertensione, l’ipertrigliceridemia e ad au­mentare il colesterolo HDL. Nel paziente T2DM l'attività fisica contribuisce a curare l’insulino-resistenza e a fare perdere peso.

ne della forza musco­lare o della performance fisica. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che sia il tessuto adiposo che il tessuto muscolare si sono dimostrati essere dei veri e pro­pri organi endocrini che secernono della sostanze chiamate rispettivamente adipo- chine e miochine. La sintesi di adipochi- ne aumenta con l’aumentare della massa grassa e tra queste ve ne sono alcune che aumentano l’insulino-resistenza, la glice- mia, la pressione arteriosa, la tendenza alla trombofilia e di conseguenza il rischio cardiovascolare. La sintesi di miochine diminuisce in condizione di sarcopenia e sfortunatamente molte di queste sostanze hanno effetto favorevole in tutte le condi­zioni elencate qui sopra.

L’obesità sarcopenica è quindi la cau­sa del peggioramento del controllo glice­mico e della comparsa delle complicanze croniche della malattia diabetica. Fornire queste informazioni in maniera semplice e comprensibile per i pazienti può rappre­sentare un primo passo nell’aumentare la motivazione a fare attività fisica. Vi è un consenso pressoché unanime sul con­cetto che l’esercizio fisico più idoneo a provocare delle sostanziali e durevoli modificazioni del metabolismo dei pa­zienti diabetici sia l’eseguire un’attività prevalentemente aerobica, cioè di bas­sa intensità e lunga durata. L’esempio classico è quello di fare una camminata di passo svelto (almeno 4-5 km/h) per alme­no 1 ora tutti i giorni.

che vengono usate principalmente negli eser­cizi contro resistenza (prevalentemente anaerobici), il cui numero è determina­to geneticamente e che, se allenate allo sforzo, aumentano di volume, ma il loro metabolismo energetico resta invariato. Vi sono, poi, le fibre di tipo II a contrazione rapida che consentono dì fare esercìzi di potenza esplosiva (scatti rapidi, salti etc.) e si dividono in Ila (ossidative) e llb (glicolitiche). Eseguire costantemente un esercizio a bassa intensità e lunga du­rata aumenta il numero delle fibre di tipo II, ma soprattutto determina una conversione delle fibre llb in Ila . Le fibre Ila contengono nei loro sarcomeri un numero molto più elevato di mitocondri (fino a più del 300%) aumentando i cicli futili e con­sentendo così di disperdere più energia non solo durante l’esercizio, ma anche a riposo. Quindi aumenta anche il metabo­lismo basale. Un’ulteriore motivazione a fare attività fisica viene dalla dimostrazio­ne che la massa muscolare iniziale è un ottimo predittore di successo in un corso per la perdita di peso nei pazienti obesi, quindi più il paziente è sarcopenico e meno riuscirà a disperdere metabolica­mente, rendendo così inefficaci gli effetti di una dieta restrittiva. Non a caso alla base della Piramide Alimentare vi sono dei brevi suggerimenti per l’esecuzione dell’attività fisica 

Consigli Pratici

·         Fare un po’ di riscaldamento camminando sul posto oppure cominciare a camminare per 3-5 minuti piano, a un ritmo più lento del normale

·         Fare stretching per 5-10 minuti dopo il riscaldamente o dopo la camminata per mantenersi più flessibili

·         Tenere una postura corretta: guardare avanti, non verso il basso, tenere la testa alta

·         Mantenersi idratati, bevendo regolarmente nel corso della giornata prima di cominciare la camminata

·         Indossare scarpe adatte alla passeggiata per avere più comfort ed evitare infortuni

Una volta raggiunta la propria routine,, non bisogna avere paura di provare ad andare oltre, introducendo, gradualmente, qualche cambiamento, come quelli indicati qui sotto.

·         Accelerare il passo per brevi intervalli di tempo nel corso della passeggiata

·         Aumentare la distanza percorsa per rafforzare la propria resistenza

·         Camminare più velocemente e più a lungo, aggiungendo qualche salita nel proprio percorso di allenamento

·         Variare la propria routine, facendo in alcuni giorni un percorso più breve e più veloce e in altri un percorso più lungo a passo più sostenuto

·         In alcuni giorni andate a camminare con un amico/amica, in altri portate con voi musica da ascoltare in cuffia