Le malattie tiroidee
derivano da disfunzioni della ghiandola tiroide, una ghiandola endocrina posta
alla base del collo che produce l’ormone tiroideo, sotto forma di tirosina (T4)
e triiodiotironina (T3). La T3 è la forma attiva dell'ormone e costituisce il
20 per cento del prodotto totale della tiroide. L’80 per cento viene mantenuto
nella forma T4, pronto ad essere convertito in T3 secondo le necessità
dell’organismo. L’ormone tiroideo regola numerose funzioni del metabolismo, tra
cui lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l'accrescimento corporeo. La
produzione di una adeguata quantità di ormoni tiroidei è quindi indispensabile
al normale accrescimento corporeo e allo sviluppo e alla maturazione dei vari
apparati.
La tiroide è soggetta a uno stretto controllo ormonale, da parte dell’ipofisi,
mediante l’ormone tireotropo (TSH): quando si abbassano i livelli di ormone
tiroideo, il TSH induce la tiroide a liberarne maggior quantità. Quando invece
l'ormone tiroideo in circolazione è troppo, l'ipofisi ‘mette a riposo’ la
ghiandola tiroidea.
La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato
apporto nutrizionale di iodio. Lo iodio, sotto forma di ioduro, viene assorbito
dalla tiroide e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per
sintetizzare l’ormone tiroideo.
Lo iodio è presente nel corpo umano in quantità di 15-20 mg, e l’apporto
giornaliero necessario è stimato in 150 ug/giorno. Tuttavia, la presenza di
questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile e spesso troppo
scarsa rispetto ai fabbisogni umani.
La carenza di iodio, uno dei più gravi problemi di salute pubblica secondo
stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si traduce in diverse
patologie, più o meno gravi a seconda dell’età e del sesso, come l’iper o
l’ipoproduzione di ormone tiroideo da parte della ghiandola. Una carenza di
ormone tiroideo durante la vita fetale e neo natale può avere effetti diversi
fino all’arresto irreversibile della maturazione dell’encefalo con gravi conseguenze
sullo sviluppo intellettivo configurando ritardo mentale, sordomutismo e
paralisi spastica. Nelle sue forme più gravi, la carenza iodica può portare a
cretinismo, una condizione raramente riscontrata in Europa, ma rimangono
tuttavia presenti aree con carenza iodica moderata che comporta deficit
cognitivi e neuropsicologici minori.
Il fabbisogno di iodio è quindi particolarmente elevato per le donne in
gravidanza e per i bambini. Secondo le stime attuali, un neonato su 3mila nasce
con una forma di malattia tiroidea. In età adulta, le donne sono molto più
soggette alle malattie tiroidee rispetto agli uomini: una donna ha il 20 per
cento di possibilità di sviluppare problemi alla tiroide nel corso della sua
vita.
Gozzo. Ogni aumento di
volume della ghiandola tiroidea si definisce gozzo. Il gozzo può presentarsi
sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo. Può essere costituito da
una singola area della tiroide (nodulo o gozzo uninodulare), da più aree (gozzo
multinodulare) o da un aumento diffuso di tutta la ghiandola. La funzione della
ghiandola può essere normale (gozzo eutiroideo) o alterata (gozzo
iperfunzionante o ipofunzionante).
Ipertiroidismo Si manifesta
quando la ghiandola tiroidea funziona in eccesso rilasciando troppo ormone
nell’organismo ed è la patologia endocrina maggiormente frequente dopo il
diabete mellito. L’ipertiroidismo può essere causato da numerosi fattori, come
il morbo di Basedow, da una inappropriata secrezione di TSH o da una secrezione
tumorale di fattori TSH simili, da altre forme tumorali, come quelli ovarici o
dalla metastasi di tumori tiroidei differenziati, da un gozzo o da un nodulo
iperfunzionante, da una assunzione eccessiva di ormone tiroideo.
Ipotiroidismo Si sviluppa
quando gli ormoni tiroidei sono insufficienti. In genere questo avviene quando
si è sottoposti a radiazioni (radio-iodio), o in seguito a malattie metaboliche
da accumulo, o in presenza di una carenza o eccesso di iodio o in seguito a
lesioni dell’ipotalamo. Si tratta di una malattia la cui reale incidenza è
difficilmente valutabile, variamente influenzata da fattori genetici ed
ambientali, tra i quali la carenza di iodio.
Tumori Lo sviluppo di noduli
tiroidei è solitamente un fenomeno di natura benigna (solo lo 0,3 per
cento dei noduli è una neoplasia maligna). In caso di noduli maligni, i
carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari
(misti) che rappresentano circa il 60 per cento dei tumori maligni della
tiroide. La prognosi è eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di
probabilità di guarigione. Il cancro tiroideo è più diffuso tra le donne
rispetto agli uomini, con un rapporto di 3,2:1 e la sua incidenza aumenta con
l'età. Tra le cause, è di riconosciuta importanza l’esposizione a radiazioni
ionizzanti alla regione del collo. Il cancro alla tiroide ha avuto un'incidenza
moltiplicata da 10 a 100 volte come conseguenza del disastro nucleare di
Chernobyl, nelle zone interessate da un aumento significativo della
radioattività.
Altre
malattie tiroidee. Poco si sa della tiroidite di Hashimoto e delle altre
malattie autoimmuni: in base ad analisi autoptiche colpisce dal 5 al 15 per
cento della popolazione femminile e dall'1 al 5 per cento della popolazione
maschile, aumentando di frequenza, in particolare nelle donne, col progredire
dell'età. Un'altra forma di malattia al femminile è la tiroidite post-partum.
Si presenta nel 5-9 per cento delle donne subito dopo aver partorito ed è di
solito una condizione transitoria.
Diabetologo ed Endocrinologo
strada massetana romana 56
Siena